I Distress Oxide sono tamponi ideati da Tim Holtz per Ranger Ink, offrono davvero infinite possibilità di applicazione poiché coniugano i pigmenti idroreattivi agli inchiostri a base di tintura. Una caratteristica, questa, che li rende particolarmente brillanti e vividi.
Sono tamponi colorati e nascono per lo scrapbooking e cardmaking, anche se in realtà hanno anche altre applicazioni che vedremo qui sotto.
I Distress si dividono in due tipologie: Distress Ink e Distress Oxide, la prima categoria è a base di colorante mentre la seconda contiene un vero e proprio pigmento. Mentre per il primo tipo ne esistono due formati, di cui sicuramente il piccolo è il più comodo, il secondo esiste solo nella versione grande.
Entrambe le tipologie sono contenute in un tampone di feltro, molto resistente e con molto colore al suo interno.
Partiamo da quello che hanno in comune: il nome dei colori, sono infatti usciti nelle stesse gamme cromatiche, ben 60 colorazioni e sfumature!
Inotre entrambi reagiscono all’acqua.
La prima importante differenza tra i due riguarda l’effetto che i due tamponi hanno sulla carta: nel caso dei Distress Ink il colore risulta traslucido e facilmente utilizzabile come acquarello (non è un vero e proprio acquarello ma ha caratteristiche simili in quanto alla stesura del colore) ma, utilizzato su un cartoncino scuro, proprio per questa sua caratteristica, scomparirà. I Distress Oxide invece, hanno dei colori, per così dire, opachi e una composizione piu’ cremosa, e quindi saranno visibili anche se usati su cartoncini più scuri.
Sebbene entrambi reagiscano all’acqua, l’effetto una volta bagnati è piuttosto diverso, mentre gli ink continueranno ad essere traslucidi, gli Oxide svilupperanno una sorta di patina bianco-gessosa.
Cosa possiamo fare con questi colori?
● Sfumature
● Macchie
● Acquarellare
● Timbrate
Forse l’uso più comune dei Distress è proprio quello delle sfumature, infatti con l’aiuto di un blending tool e movimenti circolari possiamo creare divertenti sfumature per i nostri sfondi, ritagli o fustellate; ma, come dicevamo all’inizio, nascono per lo scrap ma il loro utilizzo non finisce lì: possiamo infatti usarli anche per sfumare tessuti come la Primette e per sfumature sul Fommy, ricordandoci sempre del fatto che, reagendo all’acqua, quelle sfumature non saranno a prova di lavaggio!
Per realizzare delle macchie, o delle goccioline, basterà stendere un pò di colore su una base lucida come un Glass Mat o un craft mat e spruzzare un po’ di acqua, possiamo quindi prelevarla con un pennello o direttamente con il nostro pezzo di carta.
Con entrambe le tipologie possiamo anche timbrare ma, con gli Oxide la timbrata sarà più nitida, mentre con gli ink non sarà del tutto precisa: ricordiamoci sempre che reagiscono all’acqua e quindi non potrò poi usare dell’acqua sopra le timbrate senza che il contorno si sciolga.
Nel video dell’embossing a caldo potete guardare anche come è semplice embossare una timbrata con Oxide.
Nel video dei Distress Ink e Distress Oxide, invece, potete vedere la differenza di utilizzo dei due tamponi.